Questa domanda è per tutte le donne, anche per te, perché spesso noi donne non ce né rendiamo conto, ma ci preoccupiamo prima dei figli, poi della famiglia, la mamma, il marito e alla fine di noi stesse.
Ci comportiamo così perché siamo state educate fin da bambine a non essere “egoiste”, a pensare prima al prossimo e poi alle nostre necessità. Quante volte ci è stato ripetuto “mi raccomando fai attenzione al fratellino/sorellina, fai attenzione alla nonna e sii gentile”.
La sindrome dell’infermierina o della perfezionista è così radicata in noi che facciamo fatica a debellarla.
Sento così spesso casi di madri che dopo il parto hanno passato i successivi mesi, se non anni, a dedicarsi al proprio bambino. Poi succede qualcosa dentro di loro, si guardano allo specchio, spesso non si riconoscono e scatta il desiderio di riprendersi il proprio spazio come donna.
Oppure donne che corrono tutto il giorno per soddisfare le richieste di chi gli sta accanto, sommerse da commissioni, faccende casalinghe e infine il lavoro. Senza un attimo di respiro, cercando di incastrare tutto come se giocassero a Tetris. Arrivano distrutte la sera e sperano un giorno di avere tempo per sé, anche il solo mettersi una crema dopo la doccia.
Sii onesta con te stessa, quando è stata l’ultima volta che ti sei coccolata? Presa cura di te? Ti sei regalata un lungo massaggio per rigenerarti?
Visto che dobbiamo essere sincere ti racconto la mia storia.
Anch’io soffro, ogni tanto, della sindrome della “casalinga”, se vedo che lui lava i piatti per metterli in lavastoviglie per un attimo mi sento in colpa, poi mi ricordo che infondo è giusto dividersi i compiti, così mi giro e continuo a guardare la TV.
Ci sono volte che mi stresso nel cercare di fare la spesa, sbrigare una commissione, andare a ritirare un pacco, tornare a casa, mettere su una cena; il tutto per sentirmi meno in colpa quando la sera esco per un impegno personale.
Per fortuna però ci sono anche quelle volte che, mi faccio prendere da un sano egoismo (o forse solo buon senso) e lascio che si arrangino per la cena, infondo non moriranno di fame.
Con gli anni ho imparato a far tacere quella vocina della nonna paterna “Sei tu la donna di casa, la donna di casa si prende cura della famiglia, la donna di casa fa questo e quello…”
Ammetto che per me è stato anche facile, perché dall’altra parte avevo dei modelli femminili ben diversi, ma ve ne parlo un’altra volta.
Ho imparato a mie spese che se sono stanca, stressata, con un livello emotivo basso, posso dare poco alle persone che mi sono accanto; con il rischio che basta una parola sbagliata per scatenare tensioni, frasi dette con il tono sbagliato ecc.
Al contrario se sono felice, serena e con un livello emotivo alto anche le persone accanto a me stanno bene.
Come ho risolto?
Organizzando le giornate in modo da ritagliarmi del tempo solo per me.
Abbiamo delle vite frenetiche che richiedono per forza un’organizzazione delle nostre giornate, infilandoci dentro quello che è possibile fare in 24 ore. Prima di tutto devi accettare che una giornata non è fatta a fisarmonica o elastica all’infinito, il tempo è quello che non cambia. Fatto questo fai il secondo passo: individua dei momento per te soltanto.
Io ho scelto di dedicarmi dei momenti al mattino presto e alla sera dopo cena. In modo da dedicarmi alla cura del corpo, alla lettura, alla scrittura e alle amiche che voglio vedere. Inoltre cerco di svolgere ogni tanto delle attività che mi riconnettano con il mio femminile, possono essere le più disparate: da un massaggio al trattamento estetico, da un trucco professionale a qualche foto nuova, da un incontro tra donne alla visita di un museo da sola.